Ozonoterapia per la Fatica Conseguente ai Tumori

L’Ozonoterapia per la fatica conseguente ai tumori
L’Ozonoterapia per la fatica conseguente ai tumori è un trattamento eseguito a Villa Arbe del gruppo Nefrocenter. L’Ozonoterapia può combattere la fatica conseguente ai tumori. Infatti, la fatica correlata al cancro (Cancer-Related Fatigue, CRF) è una condizione profondamente debilitante, ancora oggi sottovalutata in ambito clinico. Si tratta di un senso persistente e soggettivo di esaurimento fisico, mentale ed emotivo non proporzionato all’attività svolta, che compromette significativamente la qualità della vita dei pazienti oncologici, anche a distanza di tempo dalla guarigione. A differenza della stanchezza “normale”, la CRF non si allevia con il riposo e può perdurare per mesi o anni dopo la fine delle terapie antitumorali. Studi condotti da importanti oncologi hanno messo in evidenza l’alta incidenza del sintomo: oltre il 70% dei pazienti oncologici ne soffre, percentuale che arriva all’80% in caso di malattia metastatica. Inoltre, la fatica è spesso più invalidante del dolore stesso e può compromettere la capacità di lavorare, di socializzare e persino di svolgere attività quotidiane semplici.
L’ozonoterapia non sostituisce le cure oncologiche convenzionali, ma si configura come un trattamento di supporto e palliativo, utile per migliorare la qualità della vita dei pazienti in fase attiva o sopravvissuti al cancro. L’obiettivo è restituire energia, serenità e funzionalità a chi ha affrontato un percorso oncologico e continua a convivere con le sue conseguenze.
I fattori scatenanti
Alla base della fatica oncologica ci sono numerosi meccanismi, molti dei quali ancora poco conosciuti. Le ipotesi più accreditate sono:
- Immunologiche: le citochine pro-infiammatorie (come IL-1, TNF-alpha e IL-6) rilasciate in risposta alla presenza tumorale sembrano giocare un ruolo cruciale, generando uno stato infiammatorio cronico e sistemico.
- Endocrine: disfunzioni dell’asse ipotalamo-ipofisario portano a una ridotta produzione di ormoni come il cortisolo, con ripercussioni sulla risposta allo stress e sul metabolismo.
- Metaboliche: carenze nutrizionali, alterazioni nell’assimilazione e aumento delle richieste energetiche compromettono l’efficienza dell’organismo.
- Neuromuscolari: la chemioterapia può danneggiare la trasmissione nervosa e causare anomalie nella contrazione muscolare.
- Psico-sociali: depressione, ansia, insonnia e scarsa rete di supporto amplificano il problema.
Valutazione Clinica
Diagnosticare la CRF non è semplice. La scala più utilizzata è la Fatigue Severity Scale (FSS), un questionario a 9 punti che misura il grado di affaticamento. Accanto a essa, si usano strumenti come la Numeric Rating Scale (NRS) per il dolore e il colloquio clinico per indagare sulle cause sottostanti, come anemia, disfunzioni tiroidee, infezioni o patologie concomitanti.
Il ruolo dell’Ozonoterapia per la fatica conseguente ai tumori
Di fronte alla mancanza di terapie risolutive, l’ossigeno-ozonoterapia si sta affermando come un valido supporto nel trattamento della fatica oncologica. Questa tecnica sfrutta le proprietà biochimiche dell’ozono (O₃), un gas composto da tre atomi di ossigeno, somministrato in miscela con ossigeno medicale tramite varie vie: rettale, intramuscolare, autoemoinfusione o topica.
Dal 2016 al 2017 sono stati trattati 136 pazienti oncologici affetti da CRF, con risultati promettenti. I soggetti includevano pazienti con tumore al seno, polmone, colon, rene, prostata, epatocarcinoma e melanoma.
Meccanismi di Azione dell’Ozono
L’ozono agisce a diversi livelli:
- Migliora l’ossigenazione tissutale aumentando la disponibilità di ossigeno e il trasporto capillare.
- Modula la risposta infiammatoria riducendo la produzione di citochine pro-infiammatorie.
- Potenzia il sistema antiossidante grazie all’attivazione di enzimi come catalasi, superossido dismutasi e glutatione.
- Favorisce la rigenerazione cellulare attraverso l’attivazione di meccanismi anabolici.
- Agisce sul sistema nervoso centrale migliorando umore, sonno e tono energetico generale.
Modalità di somministrazione
- Grande Autoemoinfusione (GAEI): il sangue del paziente viene prelevato, arricchito con ozono e reinfuso. È la tecnica più utilizzata per trattamenti sistemici.
- Insufflazione rettale: particolarmente utile in caso di disbiosi intestinale, patologie infiammatorie croniche e affaticamento generalizzato.
- Somministrazione topica: in caso di piaghe, ulcere o lesioni cutanee.
Via intramuscolare e sottocutanea: per dolori muscolari, rigidità e sindromi dolorose associate.
Risultati clinici
Secondo i dati pubblicati sull’International Journal of Immunology and Immunobiology, i pazienti trattati con ozonoterapia hanno riportato Diminuzione significativa della sensazione di affaticamento già dopo poche sedute. Inoltre hanno avuto il miglioramento del tono dell’umore e della qualità del sonno e maggiore resistenza allo sforzo fisico. Infine è stata evidenziata anche la riduzione del dolore e dei sintomi associati come ansia, nausea, insonnia e difficoltà cognitive.
Indicazioni e controindicazioni
L’ozonoterapia è consigliata nei casi di:
- CRF (Cancer-Related Fatigue)
- Sindrome da fatica cronica
- Fibromialgia
- Stati post-chemioterapia e radioterapia
- Patologie infiammatorie e autoimmuni
Ci sono controindicazioni che ne sconsigliano l’utilizzo come nei casi di favismo, ipertiroidismo e gravidanza.